martedì 8 settembre 2009

Se Baricco

E se Baricco sapesse, avesse saputo che a mangiare abbacchi in salse buone e vini frascati ci fossero stati gli occhi sottomarini, profondi...
E se Baricco avesse saputo che quelle bocche parlanti da lì a poco si sarebbero lasciate.
E se Baricco avesse visto i miei occhi guardarti alla luce del pomeriggio mentre mi rivolgevo esaminatore su te...
Si è vero, l'esame percepito. L'esame di un film, di una fiction. Le file al supermercato nei Battisti, come. Io a guardare i tuoi occhi che mi rivelavano di sentirsi sotto esame. Sarebbe stato meglio il buio. Vorrei annientarmi sai.
Vorrei annientare la mia voglia, la mia curiosità, l'attrazione per il tabù. Vorrei tagliarmi il cazzo molte volte. Molte volte ho pensato che se ci fosse una soluzione per estirpare la mia mente fervida nel sesso. La mia mancanza perenne di corpo. La mia persona. Io lo farei. Io mi taglierei. E sorridendo in pace finalmente coi sensi mi prenderei l'amore e basta, forse quello che cerco.
Si mi sono aperto a te, mi sono buttato a qualche centinaio di chilometri più in là per vedere ancora la tua donna, la tua persona, la tua schiena dritta, imperante. Cuore impavido. Mi piace il tuo coraggio alla vita ed è ciò che mi ha mosso. Dovrei rispondere ad uno sfogo? No, non cerco sfide. Ti laverei in acque profumate di tenero per donna, ti butterei via quelle sigarette che ti donano un bel tono solo a fumarle; per questo una canna insieme. Vorrei che mi capissi, vorrei che. Quello che. Non si può scrivere qui ciò che dovrei dire, per questo mi dispiace che la lombarda terra sia lontana e tu sia lontana ancora. O forse è un pregio? Forse è meglio? Cosa ho da offrire io? La precarietà? L'amore confuso? Il futuro cieco? Cosa posso dare? Il silenzio.

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Illuminami d'immenso