giovedì 16 luglio 2009

Si scrive alle latitudini del barese

La ragazza del barese è una donna violenta, funanbolica,

accesa, rigida con sè stessa e con gli altri, ruba schiaffi

per cercare carezze, non si fa riconoscere se non dalla bocca.

Si sporcherebbe piacevolmente di italiani girovaghi e si

inietterebbe fiale televisive pur d'apparire e non essere. La

ragazza del barese è gomma non naturale calata nel fuoco delle

passioni, usa sempre mutandine di pizzo e si cosparge di

farina per farsi trombare. Ama il fai da te e non si

identifica mai in niente, ruba per avere, tenta e si concede.

Succhia le fragole ghiacciate d'estate, tenta di rinvenire da

uno svenimento. Si ripete in parole, sorride sempre. Sa di

essere una puttana ma sta male dirlo in giro. Si guarda dai

cani in giro e chiude sempre la portiera della propria auto

quando guida. Balla ciò che è il momento, suda come tutti e si

stanca a guardare le solite camicie bianche aperte dei

ragazzi. Scomunicata dalla chiesa, le sue uniche preghiere

sono quelle che rivolge ai suoi quando torna a casa. Va da sè

che non ha una casa. L'oblio del familismo amorale le concede

un ultimo tango a Brindisi, almeno ci sarà da bere per ultimo

e con il caldo che presiede ci sarà un motivo in più per

mostrare spalle e cosce al chi capitato, muro. Sobria e stufa,

ritenta la fortuna. Solo i libri giusti riusciranno a salvarla

mentre io resterò ad attendere una migrante di ritorno o già

arrivata, da anni. Ciuss

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Illuminami d'immenso