La ragazza del barese è una donna violenta, funanbolica,
accesa, rigida con sè stessa e con gli altri, ruba schiaffi
per cercare carezze, non si fa riconoscere se non dalla bocca.
Si sporcherebbe piacevolmente di italiani girovaghi e si
inietterebbe fiale televisive pur d'apparire e non essere. La
ragazza del barese è gomma non naturale calata nel fuoco delle
passioni, usa sempre mutandine di pizzo e si cosparge di
farina per farsi trombare. Ama il fai da te e non si
identifica mai in niente, ruba per avere, tenta e si concede.
Succhia le fragole ghiacciate d'estate, tenta di rinvenire da
uno svenimento. Si ripete in parole, sorride sempre. Sa di
essere una puttana ma sta male dirlo in giro. Si guarda dai
cani in giro e chiude sempre la portiera della propria auto
quando guida. Balla ciò che è il momento, suda come tutti e si
stanca a guardare le solite camicie bianche aperte dei
ragazzi. Scomunicata dalla chiesa, le sue uniche preghiere
sono quelle che rivolge ai suoi quando torna a casa. Va da sè
che non ha una casa. L'oblio del familismo amorale le concede
un ultimo tango a Brindisi, almeno ci sarà da bere per ultimo
e con il caldo che presiede ci sarà un motivo in più per
mostrare spalle e cosce al chi capitato, muro. Sobria e stufa,
ritenta la fortuna. Solo i libri giusti riusciranno a salvarla
mentre io resterò ad attendere una migrante di ritorno o già
arrivata, da anni. Ciuss
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