lunedì 2 febbraio 2009

Reportage di una serata a caccia...

Sabato scorso avevo voglia anzi bisogno di andare. Sono andato.
Sono uscito da solo ed ero indeciso se andare per la prima volta in un club privè decretando l'uscita di notevoli quattrini dal mio portafoglio che in questo periodo langue oppure andare a ballare da qualche parte. Sono andato a fino mornasco, il posto si chiama Albert's credo, una discoteca. Pieno di gente con due sale una sotto e una sopra, ma la cosa che mi avevano detto amici e che per la quale il luogo è rinomato è il fatto che l'età media è alta. La mia curiosità ha trovato conferma, il punto però era che mi sentivo davvero un pesce for d'acqua. Ero abbastanza osservato, forse perchè mi aggiravo da solo con il mio bicchiere di Grand Marnier con un cubetto di ghiaccio, ovvero il solito quando andavo in discoteca (fino a ben 5/6 anni fa, credo). Non ho ballato per nulla o quasi, meditavo. Guardavo la gente che ballava e mi divertivo a percepire gli sguardi maliziosi di tutti mentre si sfilano tra la folla signore/ine/gnori/rini. Appena entrato mi sono girato il luogo in perlustrazione, poi sono andato alla sala di salsa che era al piano di sopra, ho guardato un pò il centro della sala schierandomi per ultimo vicino una colonna a fianco di innumerevoli maschi che guardavano il centro forse per cercare la loro prossima ballarina oppure per sperare di essere presi a ballare. Ad un certo punto ho avuto uno scatto e ho deciso di prendermi da bere, il solito di cui prima ho accennato come ai vecchi tempi...mi sono messo davanti al bancone ed è stato lì che ho conosciuto una ragazza M. 36anni, che probabilmente mi starà leggendo. Un corpo di donna confezionato di nero vestire come i suoi capelli scuri e anche la carnagione olivastra, una donna carina. Stivali a punta e un reggiseno del quale si vedeva l'elastico dietro dei gancietti mi ricordavano proprio la tipa da discoteca che ho sempre visto nelle. Con sè un'amica la accompagnava e mi hanno raccontato (per quel pò che si riesce dato il volume, cosa che odio delle discoteche, difficile comunicare) del perchè si trovassero lì, entrambe mollate dai loro ragazzi e per M. era la prima uscita da libera. -La vita deve continuare...- le loro parole. Poi ho conosciuto un loro amico, un biondo 45enne dallo sguardo attento alla terence hill, sorriso apparente innocente, marpione, corpo longilineo, camicia bianca sbottonata e credo jeans. Abbiamo commentato insieme a lui una ragazza che ballava in modo molto eccentrico, era visibilmente latina magari del centro/sud-america molto carina e non ricordo cosa ci siamo detti ma abbiamo chiacchierato per qualche secondo. Questi sono bastati affinchè lui dopo forse mezz'ora tornasse ad unirsi a noi, io e M. e approfittando di una distrazione di lei ha cominciato a farmi un discorso tet-a-tet di quelli che si fanno tra maschi al bar sport. Ha esordito con un chiaro -ma che ci fai qua?- io alludendo al fatto che dicesse dell'età gli ho risposto, che anche io me lo ero detto, la mia era curiosità in quanto mi avevano parlato di questo posto degli amici ed era vicino casa. Lui ha ripreso dicendomi che intendeva altro ovvero che ci facessi io là quando dovrei stare a letto con qualche donna che mi paga. Io allora non ho capito. Ha ripreso dicendomi, -guarda, tu sei uno che attizzi, lascitelo dire da uno che ci ha lavorato nel settore, io vengo anche un pò dal porno e certe cose le capisco, ho amici che hanno fatto carriera con queste cose, se hai un pò di parlantina ti basta e sei a posto così, fidati-. Le sue parole erano chiare, e il complimento che più volte mi ha fatto è stato davvero piacevole riceverlo perchè un conto è quando te lo dice una donna, un altro è se te lo dice un uomo dall'aspetto piacevole, è come un invito al club dei riservati per chi non ha biglietto. Mi ha fatto sorridere quando mi ha detto che un suo amico era andato al grande fratello e lo hanno preso, credo quindi un gigolò, ma non seguendo il grande fratello non so a chi si riferisse, mi ha pure detto che io sarei il tipo per quelle cose. Gli ho subito risposto di no ovviamente e ha continuato per la sua strada del gigolò, invitandomi a pensarci. Ora voi penserete che magari lui sta cercando di aprire un'agenzia di accompagnatori? Non so, ma non credo che il suo dire fosse per un secondo fine altrimenti mi avrebbe chiesto de contatti e sarebbe andato oltre. Gli ho detto che ci avrei pensato e poi ci siamo divisi. Le due ragazze sono poi andate nella sala sotto e io ho continuato a rimanere su, mi sono seduto su di una sedia lontano da luci a continuare a bere il mio secondo bicchiere di G.M. e a lasciarmi prendere dall'alcool quel tanto che sarebbe bastato a farmi stare con le gambe accavallate e a commentare lo struscio della gente. Alcune donne al tavolo attendevano chiaramente qualcuno che gli si avvicinasse. Ad un certo punto colto da noia mi sono alzato e ho deciso di scendere al piano sotto, ho fatto tutto il giro della sala che era grandicella e poi mi sono appoggiato alla mia idealmente solita colonna e ho preso a guardare una donna dall'età sui 40 che ballava da sola, carina. Proprio vicino a lui c'era quello che poi ho capito essere un suo amico che ci provava con una ragazza alta quanto lui, sguardo da segretaria per bene, mezza timida e dai movimenti lenti e accennati nel ballo. Lui sorriso continuo da ebete cercava in ogni modo di abordarla e io talvolta ridevo perchè era proprio buffo il suo insistere nell'abbracciarla e il rifiuto leggero ma percepibile di lei che se avesse avuto un pò di carattere avrebbe detto no grazie in mille modi definitivi. Ritornai a a guardare la sua amica, c'erano i soliti maschi a margine della pista che commentavano nei pensieri le donne in giro e molti guardavano la stessa mia anche perchè era la più carina lì in mezzo in quel momento. Quando l'alcool scende nel mio corpo i miei occhi mi conferiscono l'aspetto di persona stanca, smaliziata, di quello che gli diresti in romanesco -ahoò! ma checciai ddagguardà!-. la testa si muove più lenta e anche il battito delle ciglia, le palpebre vorrebbero dormire e quindi sei a mezz'asta. Il limbo. Avrò continuato a fissare la donna per qualche minuto tanto che lei se n'è accorta. E' cominciato un gioco di sguardi interessante che mi ha fatto capire, se ci provo ci stà. Il fatto è che non avevo voglia di strafare e così mi sono seduto su una poltrona poco lontano nascosto tra persone in piedi e ho terminato lo stato di ebbrezza su quel divano attendendo forse mezz'ora. Non ricordo se prima o dopo ma ho rivisto la mia conoscenza della serata M. e abbiamo accennato un ballo, io la salsa non l'ho mai imparata, feci un corso di merengue una volta a Bari che è leggermente diverso e imparai anche benino, ma la salsa proprio non mi entra con le sue figure e i suoi tempi. Abbiamo continuato il nostro chiacchiericcio, lei è di poco sopra Milano e lavora in un ufficio reception, me la immagino sempre vestita in tiro per l'accoglienza degli ospiti. Mi ha lasciato il suo indirizzo mail e ha la scritta decisa e sciolta di chi sa il fatto suo. Prima di sapere che lavoro facesse abbiamo provato a giocare ad indovinare e io gli ho sparato che forse si occupava di abbigliamento come commessa. Ad un certo punto è venuto fuori il fatto che scrivessi e gli ho lasciato il mio indirizzo. Sicuramente mi leggerà. A M.: ci sentiamo per mail. ciuss

1 commento:

Anonimo ha detto...

Interessante...... continua a raccontare....

Illuminami d'immenso