sabato 10 gennaio 2009

Ho deciso di riprendere un mio vecchio testo, forse mai pubblicato. Si intitola "XXX PLURIMA"

il suo vestito bianco era pronto per essere macchiato, la mani si spalmavano attorno al suo corpo, contando le dita che erano 100, contando le mani che erano 10, contando le persone che erano 5...4 uomini e una donna più lei...il suo vestito si alzava e le palpavano il culo, qualcuno gli lasciava cadere la mano da sotto spuntando toccava le altre e ritornava fregandole la figa...gli piaceva sentirsi le mani addosso e gli piaceva vedere gli sguardi della gente sul suo corpo, ammirava dallo specchio il viso fare smorfie dei suoi partecipanti che a turno si presentavano alla corte della sua retrospettiva e i suoi tacchi si lasciavano sbattere contro il tallone al ritmo di una danza tribale che era scandita dai colpi delle palle di uno di loro che cercava di chiavarle il culo. Desiderava da tempo essere l'oggetto e lo strumento del piacere, voleva governare ed essere governata, gli piaceva regalarsi e accoglliere merci nelle sue stive. La sua amica era accanto a lei e le loro braccia si sfioravano, avevano la medesima posizione e a pecora aspettavano il turno dei ragazzi che si scambiavano poche parole tra loro, erano seri ed era per tutti la prima volta. Qualcuno era nervoso e si vedeva perchè aveva il pezzo moscio e tardava a salire...qualcuno non guardava mai negli occhi l'altro...ma era solo la prima volta e non sapevano che la cosa si sarebbe ripetuta e ripetuta ancora...sarebbero diventati un gruppo di amici ai quali i tabù non piacevano. Elena aveva un bel culo, ricordo la prima volta che gli ho messo la mano sopra facendo scivolare il pollice tra le natiche fino a tastargli l'anima, era bagnata e sudava brillantina con un forte odore di donna che riempiva l'aria appena su di me. Gli lanciai il cazzo dentro e mentre mi lasciavo ciondoloare vedevo i suoi capelli mossi cadere dalla schiena verso il basso e sfiorare il divano giallo paglierino. Le sua mani erano poggiate su quel giallo e le sue dita avevano uno smalto per l'occasione, un altro gli si prospettò davanti e stette zitto attendendo che lei lo accogliesse in bocca. Così fu, nel vedere la sua mano accompagnare il pezzo di lui nel palato mi si irrigidì l'uccello e lei se ne accorse, colpii più forte e le mie palle cadevano copiose su quel culo che era uno spettacolo sbatterci contro, sentire il rumore delle nostre collisioni. Si aggiunse la mano della sua amica che mi cominciò a carezzare il sedere, era curiosa nel vedere una donna presa da due uomini e da quella prospettiva nn sapeva come fosse, ora poteva toccarlo mentre entrava e usciva il tronco...poteva memorizzare tutto di quei momenti e la sua fica macchiava le fodere dei cuscini che stavano tra le sue cosce come quando bambini giocavamo a tirarceli contro, questa volta i cuscini ci servivano a sorreggerci, ad asciugarci a divertirci. Continuava a carezzarmi il culo quando mi sorprese decidendo di piegare la sua testa sotto di me da dietro e poggiando la nuca appena sul divano si trovò a guardare il mio cazzo entrare dentro Elena a pochi centimetri, in quell'attimo i disegni umani fecero una creazioni unica...uno che era rimasto libero si fiondò appena dietro di me a picchiarle la figa con la mazza mentre le sue gambe erano sorrette dalle braccia del suo amante, io ebbi la voglia meccanica di uscire ed entrare alternando la sua fica con la bocca dell'amica, e mentre nell'entrare mi piegavo, il mio bacino sfregava contro la pelle di Ele, lei aprì gli occhi e scorse sotto le sue gambe la testa della sua amica...poteva vedere tutte le scene dalla posizione in cui era. Io che mi piegavo ed entravo in bocca e quando mi sollevano lasciavo lo spettacolo dell'altro dietro di me che entrava dentro l'amica. Per godersi i momenti lasciò colui che le stava di fronte e decise di accompagnarlo con la mano, ne rimaneva uno fuori il quale cercò di mettere la ciliegina sulla torta scattando delle foto che poi avremmo visto tutti insieme. L'idea era quella di masturbarci ognuno da solo alla fine dopo esser già venuti, guardandoci in video. La perversione albergava in ognuno di noi come la paura degli incubi, i nostri vestiti erano sparsi per la casa che aveva un soggiorno grande che faceva da teatro alle nostre scopate. Elena voleva sentirci e ci chiese di parlare...fu allora che ebbi un'idea. Dissi con convinzione -ragazzi adesso entreremo nel culo di elena e della sua amica a turno-. Loro non fiatarono, ruppi quel gioco cinese che avevamo costruito di scatto e spostai la signorina su un tavolino che avevamo portato la sera prima a casa sua fatto apposta per i nostri giochi, un tavolino morbido e regolabile che permettesse varie libertà e fantasie...tutti mi seguirono e presero l'amica di lei che fu posta di fronte a Elena, loro si guardarono negli occhi erano vicine molto vicine e avevano uno sguardo dolce, avevano le labbra aperte e parevano due bamboline di quelle che potevi aprire le gambe e farle andare insieme al bambolotto maschio e da piccoli si rideva... noi non ridevano eravamo troppo attratti da quello che stavamo facendo, volenterosi tutti di fare del bene a noi e a loro due che erano i nostri cibi, i nostri pranzi, le nostre cene. Afferrai i fianchi di Elena e mi piegai verso il suo buco, ripetendo, -ora care ragazze ve lo metteremo nel culo- alle mie parole Elena si lasciò andare in un voglioso si e chiudendo gli occhi uscì la lingua per cercare la sua amica. Pomiciavano. Io sputai contro il suo buchino e ci poggiai un dito per spalmare la mia trasparenza sul ciglio della sua porta, poggiai il mio cazzo duro e l'altro ebbe a fare lo stesso, guardandoci negli occhi spingemmo giù con un -vai-. Le nostre parole cominciarono a prendere spazio nella mente di ognuno...potevo sentire i ragazzi commentare e masturbarsi...-queste due me le voglio scopare alla grande- -voglio entrarti nel culo- sussurrò uno di noi all'orecchio dell'amica di Elena. Le mani femminili andarono una per una ad aprire la loro grazia sublime al cazzo dell'uomo che si apprestava al turno e le loro voci si facevano sempre più insistenti -si, scopami, ficcami tutta!- fu per me come sborrare quando sentii Elena dire -sbattimi bastardo!- -scopami coglione! scopami...ficcalo dentro stronzo!- l'amica aprii gli occhi e a sentire quelle parole prese posizione anche lei, cominciò a inveire contro chi lo domava dicendogli anch'ella di scoparla a dovere... i ragazzi zittirono e per dimostrare la loro valenza, alzarono la loro voce -ah, si! vuoi il mio cazzo puttana!!! toh!- io rincaravo la dose, -dai sfondala, dai! ficcagli il cazzo vai vai! bastardo ficcalo!!!- queste parole erano il gioco che volevamo, a turno ci si alternava scambiandoci anche le donne e dandoci colpi di mano come per saluto, facendoci forza nel gruppo e sapendo che la cosa stava prendendo il verso giusto. Le nostre concorrenti erano un lago e più andavamo avanti ad alternarci più loro si facevano sentire con i loro si, e i loro -scopami scopami!- avevano le loro dita incrociate tra loro come in un solidale abbraccio e i loro piedi facevao su e giù sulle caviglie, era un movimento non percepito che avviene quando si gode di brutto. Talvolta si passavano una mano sul clitoride e si masturbavano, erano schifosamente brave e io sentivo che dovevo cercare un modo per far venire quella gente in maniera sinergica...eravamo pieni e si sentiva...le nostre donne stavano per arrivare al capolinea quando mi inventai di riprendere la scena...misi la telecamera sopra un armadio alto e l'accesi, mi avvicinai al centro della stanza e dissi -ragazzi ora che ce le siamo scopate dobbiamo sborrargli tutti insieme- presi un vibratore e acceso il marchingegno le nostre troie ne fecero buon uso sedute per terra abbracciate l'una all'altra con il birillo tra le loro bagnate fessure, parevano una cosa sola...le loro gambe sbucavano dietro l'altra di fronte e noi ci avvicinammo in cerchio, cominciammo a masturbarci e a fissare i loro seni fregarsi l'un l'altro, ci sentivamo tutti quel vibratore e il massimo era sapere che quella macchinetta stava masturbardo entrambi in un colpo...era un pensiero assoluto il nostro, un orgasmo plurimo mentale stava facendosi largo nelle nostre fantasiose immagini...venimmo tra le loro lingue e la nostra sborra mischiata scendeva come gocce di pioggia sul vetro delle loro schiene a fermarsi sulle natiche, le coscie, i loro seni erano bolle di sperma e i loro capelli furono lucenti al contatto con i nostri umori. Crollammo esausti nella stanza come frutta matura dall'albero e ci lucidammo le idee coscienti del nostro inizio avventuroso. L'inizio di un sesso che è il più sporco dei sessi, un sesso da andare a troie, un sesso da room, un sesso da fame chimica e colate di lava a riempire il vuoto di noi stessi prima che finisca quest'inchiostro digitale, prendiamoci. Scopa

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Illuminami d'immenso