lunedì 29 settembre 2008

Gli piaceva prendere il cazzo in bocca

Con quelle mani tratteneva un cazzo. Con quelle mani giocava a fare Barbye e Ken. Con quelle mani si infilava dove solo le sue volontà potevano permettere. Lo prendeva in bocca come una caramella e provava piacere a sentire le sue labbra aderire alla forma di quella cappella. Si immaginava di baciare delle bocche, sentiva il calore intenso di quel membro che turgido si inabissava oltre il palato. Lui non perdeva neanche un frammento di quelle scene, ne godeva a sapersi giocato. Adorava afferrare quella testa e sentire sotto la sua mano destra quella nuca muoversi. Aveva in quel momento il potere, e il potere gli si piegava al suo cospetto senza rifiutarsi ma al contrario si gonfiava di dovere come un giapponese. Quel mestiere gli piaceva tanto. Quella donna si sentiva tale nel prenderlo in bocca e specie quando si sentiva dire che era una troia e che doveva prenderlo ancora tutta notte fino a bersi la sua sborra. Ella si riempiva di quelle parole e si inorgogliva. Le sue ginocchia tremavano alle parole sborra e la sua fica pareva sudata quando ancora le sue mani erano poggiate sulle cosce vicino al pube di lui. Si toglieva il pelo di turno dalla bocca e continuava a pomparlo quel cazzo, e più pompava e più si bagnava. Sentiva l'istinto di toccarsi e si fece vedere mentre lo faceva dallo specchio posto di lato a loro. quella troia godeva e gli sarebbero servite due sculacciate sul culo per farla svegliare, sognava. Sognava di avere già quel cazzo bollente in fica. Aveva gli occhi chiusi quella puttana e lui dagli zigomi impossibili asseriva sguardi senza parole. Lei godeva di questo silenzio e ci provava a distruggerlo con dei mugolii, gorgoglii. Fu impressionante quando lui gli sborrò in faccia. Un primo getto le superò il capo portandosi a macchiare il pavimento, un altro si allungò sul viso passando per l'occhio chiuso, un terzo saltò con un ritorno di un quarto sul labbro e così lei aprì la bocca e questo potè finire sulla sua lingua, i resti di lui giacquero sul seno che lei sparse con un movimento circolare, i suoi capezzoli erano nocciola e forse croccavano alla bocca, le sue ultime dita finirono la strada tra le cosce ancora umide, la sua fica urlava pietà e voleva piangere libera. Lei le diede quel permesso e bastarono poche carezze per farsi piegare su un lato mentre il suo culo ormai era sui talloni e lui assisteva a quell'orgasmo finito. Troia succhiami ancora gli disse. Lei riaprì gli occhi di scatto e non credendo alle sue orecchie si ripetè prontamente ad assolvere quel compito che oramai era certa essere diventato sua maggior ambizione... distruggere di goduria gli uomini che gli si sarebbero poi mostrati teneri cuccioli muti accoccolati a ricercare le forze con il cazzo moscio e le gambe una sull'altra.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravooo... bellissimo pezzo!

http://vivaci.splinder.com/ ha detto...

uomini...dalla loro cappella...gli risucchiamo il cervello...

Uno ha detto...

FORSE è VERO, ABBIAMO UN COLLEGAMENTO SOTTILE TRA LA TESTA E IL CAZZO E DA Lì FORSE QUANDO CI SPOMPINATE CI SVUOTATE LA MENTE. ADORABILE è QUANDO SI VIENE UNITAMENTE MENTE E CORPO. ADORABILE, VORREI. ANCORA QUALCHE SETTIMANA, ANCORA.

Anonimo ha detto...

wow
vorrei incontrarti,cercami in posta.... tuttasoloxte@hotmail.it. claudia

Illuminami d'immenso