giovedì 11 settembre 2008

30 cm sporchi.

Camminava da sola. Andava con il suo vestitino nero e solo trenta centimetri gli coprivano il culo. Ondeggiava nell'aria come ondeggiano le fruste dei cavalli prima dello schiocco, mi pareva di aver già visto quella scena migliaia di volte e tutte le volte di volerla osservare come se non fosse mai stata. Aveva le unghia lunghe e di bianco latte ricoperte, usava un rossetto tendente pesca e arricchiva il suo tono quando forse apposta si mordeva le labbra concentrandosi in qualcosa. Gli caddero le chiavi di mano e si fermò a raccoglierle, non persi tempo a somministrare un'occhiata spaventosa a ciò che mi si mostrava in tutta la sua eccellenza. Sinuosa curva, pericolosa scendeva e come un serpente incantato risaliva nelle mie circostanze. Avrei voluto aver per me quell'essere, averlo in camera e chiedergli di prendere le chiavi che avrei gettato poco davanti a me, per terra.
Il vestito nero risalì sul culo dal lato destro e, come tutte fanno, prontamente ricompose il suo ovale quadro. Mi constatò con la coda dell'occhio, non fece altro che far finta di essere all'oscuro. Passò una mano sul culo da dietro come a pulirsi...Non c'era sporco, c'ero solo io. Andò.

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Illuminami d'immenso