giovedì 22 maggio 2008

Una mia cara amica

Questa mia amica mi scrive e mi chiede di pubblicarle un racconto che è poi la sua storia, ho deciso di pubblicare il testo volentieri perchè penso che questo possa stimolare in ognuno di noi una riflessione.

Zoe
— 08:36
Al parcheggio

Per le elementari non dovevo fare molta strada per arrivare a scuola.
Da casa, mamma riusciva perfino a vedermi attraversare le due strade che, in 3 minuti, mi separavano dalla lezione.
Per la fine del mio terzo anno di scuola, il maestro ci aveva preparato una sorpresa in palestra. Sgravati dal pomeriggio di lezione, ci potevamo godere la visione di uno spettacolo singolare.

Era sui 50 anni ed era una specie di prestigiatore/illusionista/illustratore/biologo. Eravamo tutti lì col naso all'insù, gli occhi sgranati e la bocca spalancata a farci incantare dai suoi racconti e trofei.
Ad uno ad uno passavano davanti alla nostra maraviglia racconti fantastici e animali imbalsamati di paesi esotici.

La curiosità dei miei 8 anni. volevo sapere. L'ho inondato di domande dopo lo spettacolo, mentre adagiava meticolosamente le spoglie rinsecchite delle sue prede nelle scatole vuote del furgoncino che lo accompagnava di scuola in scuola, forse attraverso la Svizzera.

Voleva premiare il mio interesse mostrandomi un esemplare unico, mai mostrato a nessuno. "Catturato per fortuna perché era un pericolosissimo diavolo!"
Era la mummia di un povero pesce che di demoniaco aveva solo la smorfia dovuta al peso sul cranio avuto nel tempo.
E per finire,"onorata" di essere stata invitata dentro al suo furgone, avrei dovuto tenere in mano un altro tesoro.
Avevo dei pantaloncini di maglina color vinaccia con l'elastico in vita.
Mi frugò tra le mutande mentre, impietrita, dovevo tenere qualcosa di caldo e floscio che sussultava dentro ai suoi pantaloni.

Quando tornai a casa il cielo sembrava diventato scuro.
Nascosi meglio che potevo alla mamma quelo strano senso colpa che mi aveva tolto una luce che stava in fondo agli occhi.

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Illuminami d'immenso